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Il Signor Pescedaprile

Il Signor Pescedapriledi Jiří Kolář e Vladimír Fuka

Traduzione di Valeria De Tommaso

Illustrazioni di Vladimír Fuka
Formato: 16,7 x 22,4
96 pagine, cartonato
con illustrazioni a colori + puzzle
Anno di pubblicazione: 2005
Prezzo: € 10,20
Sconto -15% (Prezzo di copertina € 12,00)
ISBN: 978-88-902274-0-0

Dall’originale Nápady pana Aprila – Praha, 1961


Il libro

Sono circa quaranta brevissimi racconti, divertimenti scritti e liberamente ispirati a testi noti e meno noti della tradizione popolare boema. Il signor Pescedaprile ci mette del suo e allora si inventa strani personaggi e situazioni, improbabili passati e sorprendenti futuri.

Per questi pesci d’aprile il nostro protagonista scrive lettere, racconti, ricette e poi ancora pagine di diario, una cronaca storica, un foglio di menú, una profezia, istruzioni per il fai da te e addirittura un collage. Parla dell’aringa che impara a camminare e del modo di ottenere una pepita d’oro, di come cucinare le uova nella neve e di come sviluppare una vista acutissima. E infine… una sorpresa alla fine del libro!

Ma attenzione! Lo scherzo qui è sempre sulla punta della penna e per capirlo ci vogliono occhi aperti e chi ha orecchi per intendere…

L’autore

Jiří Kolář – artista anche per ragazzi

Jiri KolarJiří Kolář (Protivín 1914-Praga 2002) inizia la sua attività artistica come poeta e traduttore per dedicarsi poi, sul finire degli anni Cinquanta, all’arte figurativa e, in special modo, allo sviluppo della tecnica del collage e del rollage. Nel 1953 a causa dei suoi scritti, considerati sovversivi verso il regime socialista, Kolář viene arrestato. È presto scarcerato, ma non gli è data libertà di pubblicazione se non dopo il 1964. Grazie ai suoi lavori può uscire dall’allora Cecoslovacchia trasferendosi infine, nel 1980, a Parigi dove prende anche la cittadinanza francese. Nel 1992 torna definitivamente a Praga: qui muore nel 2002.

In pochi sanno che Kolář è stato anche autore di libri per ragazzi. In realtà, per un certo periodo, non ha avuto altra scelta. Poiché gli fu vietato, per motivi politici, di presentare al pubblico qualsiasi forma d’arte, egli sopravvisse grazie all’aiuto degli amici e tra questi Josef Hiršal, affermato traduttore e scrittore di racconti per ragazzi. Hiršal gli propose diverse collaborazioni -e solo come collaboratore Kolář poté apparire- per la traduzione e l’adattamento di antiche leggende e racconti popolari di tradizione boema. Ai tempi la letteratura per ragazzi non era nel mirino della censura e gli onorari erano tra l’altro piacevolmente alti. Kolář però non aveva mai scritto per bambini: la lingua nella quale esprimersi e il pubblico al quale rivolgersi divennero un problema da risolvere. Trovò la soluzione proprio nel collage e cioè nell’intersezione o sovrapposizione di due livelli linguistici, l’infantile e l’adulto, per creare contemporaneamente nuove e composite figure comunicative.

La raccolta Il signor Pescedaprile (1961) esprime pienamente la sua invenzione poetica, ovvero la sperimentazione del linguaggio verbale. Queste finzioni, burle, fantasie di pensiero, raccoglievano tra l’altro grandi consensi negli anni Sessanta. È all’interno di questo genere che si dispone praticamente tutta la sua produzione per ragazzi. E di Kolář scrittore per ragazzi negli anni Sessanta non è un caso che sia stato Gianni Rodari l’unico, in Italia, ad accorgersi di lui.

[V. T.]

Bibliografia

Per una bibliografia di Jiří Kolář artista anche per ragazzi

Jiří Kolář, Josef Hiršal
KOCOURKOV, Praha, SNDK, 1959
Illustrazioni di Cyril Bouda, pp.178
(Rielaborazione da un originale tedesco. Il titolo è il nome di una città inesistente i cui cittadini sono proverbialmente stupidi e illogici.)

Jiří Kolář, Vladimír Fuka
NÁPADY PANA APRÍLA, Praha, SNDK, 1961
Illustrazioni di Vladimír Fuka, pp. 100

Jiří Kolář, Josef Hiršal
ENŠPÍGL, Praha, Albatros, 1962
Illustrazioni di Kamil Lhoták, pp.144
(Rielaborazione da un originale tedesco. Il titolo corrisponde al nome del personaggio principale.)

Jiří Kolář, Vladimír Fuka
V SEDMÉM NEBI, Praha, SNDK, 1964
Illustrazioni di Vladimír Fuka
(in italiano: “Al settimo cielo”. Esiste un’edizione italiana fuori commercio co-prodotta nel 1965 con la SNDK, traduzione e cura di Gianni Rodari.)

Jiří Kolář, Josef Hiršal
BARON PRÁŠIL, Praha, SNDK, 1965
Illustrazioni di Cyril Bouda, pp.188
(Rielaborazione delle storie del barone di Munchaussen.)

Jiří Kolář, Josef Hiršal
PALEČEK KRÁLE JIŘÍHO, Brno, Atlantis, 1992
Illustrazioni di Milan Grygar, pp.166

(Pronto per la stampa già nel 1969, non fu mai pubblicato a causa dell’interdizione a pubblicare a entrambi gli autori, interdizione imposta dal regime negli anni Settanta e Ottanta. Titolo in italiano: “Il giullare di re Giorgio” – re Jiří di Poděbrad, vissuto nel Quattrocento, ricordato per la sua lungimiranza e benevolenza. ‘Paleček’ – reso qui come ‘giullare’ – tradotto letteralmente è ‘Pollicino’, ma richiama tutto un altro personaggio delle fiabe!)

Inoltre ha scritto e pubblicato:

BZUND’A A BRUND’A, 1947
(Bzund’a e Brund’a sono i nomi dei due protagonisti.)

JEDEN DEN PRÁZDIN, Praha, Orbis, 1949
(Titolo in italiano: “Un giorno di vacanza”.)

con Josef Hiršal
O PODIVUHODNÉM ŽIVOTĚ MUDRCE EZOPA, 1960
(Titolo in italiano: “La vita straordinaria del saggio Esopo”.)

Recensioni

“Una neonata che ci regala pesci d’aprile”

di Sergio Corduas

eSamizdat 2006 (IV), pp. 53-54

Volete sapere come si cuoce un uovo nella neve o come impara a camminare un’aringa? Più seriamente in apparenza, volete scoprire che Jiří Kolář, il grandissimo artista “figurativo” ceco a tutti noto è anche uno scrittore di enorme finezza e peso? Avete, abbiamo, ora una prima possibilità di fare queste scoperte. È uscito Il signor Pescedaprile, Poldi libri editore neonato, tradotto da Valeria de Tommaso, illustrazioni di Vladimír Fuka, le stesse dell’edizione originale ceca del 1961. Opportuno aprire il sito (www.poldilibri.it) per sapere di più sul libriccino e su questi ragazzi (“poldini”) che intendono pubblicare cose ceche senza aspettare i cosiddetti grandi editori.

È chiaro che a me preme Kolář scrittore, più precisamente poeta grandissimo, nonché intellettuale ufficialmente in disparte ma fondamentale, a partire dagli anni Cinquanta, per tutta la cultura ceca, in primis letteraria e figurativa, il che continua a esser vero fino agli anni Novanta, anche da emigrato a Parigi, sia prima che dopo la disordinata caduta del Muro. Non ci sarebbe Hrabal come è, ad esempio, senza Kolář e il sodalizio con lui e senza quello che possiamo chiamare l’underground praghese degli anni Cinquanta. E questo potrebbe essere un argomento riassuntivo e sufficiente.

Invece è opportuno aggiungervi il “sorriso”. Perché è assolutamente impossibile non sorridere leggendo questi brevi testi destinati ai bambini e agli adulti che non hanno dimenticato come la mente possa, anzi – scusate – “debba”, saper giocare con i propri pomposi meccanismi logico-deduttivi; come sia già nel linguaggio implicita l’autoironia, senza la quale l’eteroironia a poco vale e meno bella sarà; come vi sia un nesso forte tra la grazia dell’ironia e l’alta moralità – così la chiamerei – di Kolář poeta. Un esempio subito:

Alcune cose della poesia sono in nostro potere e alcune non lo sono
In nostro potere sono valutazioni volontà desiderio e silenzio
Questi sono i nostri doni
In nostro potere non sono parole bellezza destino giudizio
J. Kolář, Il nuovo Epitteto (1968)

Vedete? Anche qui, con una modifica apparentemente lieve di un meccanismo canonico e di un testo già arcinoto, si fa, nasce, ci viene donato un testo alto. Imprescindibile? Io questo sospetto lo coltivo da cinque lustri e penso che verrà il tempo di pubblicare sia l’Epitteto che le poesie del 1950 del Fegato di Prometeo (c’ero riuscito finalmente nel 1993 per Il nuovo Epitteto con Einaudi, poi fui costretto a un no…).

Torniamo un momento al Signor Pescedaprile, ben tradotto già nel titolo (e belle le necessarie invenzioni linguistiche italiane per fronteggiare l’originale). Kolář ci “dribbla” a ogni testo. Resta a portata di normale intelletto ma con l’occhio e la parola “spostati”, come direbbe Hrabal, sicché siamo costretti a spostarci anche noi lettori. Sono una quarantina di testi brevi che acchiappano per la coda cose di tradizione popolare e sapientemente le rigirano per rallegrarci ma facendo riflettere, oppure delicate invenzioni nuove. Se il lettore dorme e si limita a “ricevere” il testo, non funziona più niente. Ma questo vale sempre di ogni libro prezioso. C’è una ricetta, per esempio, ma non si può solo banalmente seguirla. C’è addirittura una profezia. Un puzzle viene servito come dessert.

Però il sospetto cui accennavo sopra va dichiarato più esplicitamente quando si vede che c’è anche un fai-da-te: leggeremo, costretti a farlo in modo inusitatamente attivo, il Kolář del Signor Pescedaprile e il Kolář del Nuovo Epitteto e del Fegato di Prometeo e avendo sorriso e compreso resteremo fedeli, perché fuori di lì, e ci metto anche gli altri pochi di cui non faccio i nomi, c’è l’orrore. Proprio quello per cui i pochi scrivono.