Era la tarda sera – il primo maggio –
il seral maggio, tempo d’amor, quando
le colombe si chiamano tubando,
là dove intorno odora il pin selvaggio.
Bisbigliava d’amor la silenziosa
borraccina e mentia d’amore il duolo
l’albero in fior; cantava l’usignolo
alla rosa il suo amore e della rosa
per lui l’amore in un sospiro auliva.
Il lago terso tra gli arbusti ombrosi
suonava sordo di dolori ascosi
e tutto intorno lo stringea la riva:
i chiari soli d’altri mondi intanto
vagavan per l’azzurro come pianto
d’amore. E i loro mondi ammaliati
come al tempio salian dell’immortale
amore, incontro all’universo astrale,
fino a quando d’affetto fiammeggianti,
in scintille spegnentisi mutati,
s’incontravano come erranti amanti.
La bella faccia della luna piena,
chiara nel suo pallore e nel chiarore
pallida, s’infiammò di roseo ardore,
come amante che spia l’amante, appena
nell’acque la sua immagine riflessa
vide e languì d’amore per se stessa.
Sull’orizzonte un poco più lontano
l’ombra tenue splendea delle cascine,
fino a che ad abbracciarsi più vicine
si fecero e il crepuscolo pian piano
entro il suo oscuro grembo lo rinchiuse
ed il bosco con loro si confuse.
Più lungi ancora l´ombra si diffonde
delle montagne; alla betulla il pino
e la betulla al pino fa un inchino.
Corrono a gara nel ruscello l’onde.
In quest’ora d’amore un amor pieno
ribolle ad ogni creatura in seno.

Byl pozdní večer – první máj –
večerní máj – byl lásky čas.
Hrdliččin zval ku lásce hlas,
kde borový zaváněl háj.
O lásce šeptal tichý mech;
květoucí strom lhal lásky žel,
svou lásku slavík růži pěl,
růžinu jevil vonný vzdech.
Jezero hladké v křovích stinných
zvučelo temně tajný bol,
břeh je objímal kol a kol;
a slunce jasná světů jiných
bloudila blankytnými pásky,
planoucí tam co slzy lásky.
I světy jich v oblohu skvoucí
co ve chrám věčné lásky vzešly;
až se – milostí k sobě vroucí
změnivše se v jiskry hasnoucí –
bloudící co milenci sešly.
Ouplné lůny krásná tvář –
tak bledě jasná, jasně bledá,
jak milence milenka hledá –
ve růžovou vzplanula zář;
na vodách obrazy své zřela
a sama k sobě láskou mřela.
Dál blyštil bledý dvorů stín,
jenž k sobě šly vzdy blíž a blíž,
jak v objetí by níž a níž
se vinuly v soumraku klín,
až posléz šerem v jedno splynou.
S nimi se stromy k stromům vinou. –
Nejzáze stíní šero hor,
tam bříza k boru k bříze bor
se kloní. Vlna za vlnou
potokem spěchá. Vře plnou –
v čas lásky – láskou každý tvor.

Per il bicentenario della nascita del grande poeta romantico ceco Karel Hynek Mácha Poldi libri ha deciso di indire un concorso aperto a chiunque (boemisti, studenti universitari, cecofili e quant´altro) volesse proporre una nuova versione del Maggio.

Tale iniziativa intende innanzitutto rendere dovuto omaggio a colui che giustamente è ritenuto l´iniziatore della poesia ceca moderna ma pure a chi come Ettore Lo Gatto ha avuto il fegato di tradurne l’intero poema.

Invia la TUA traduzione dei primi 36 versi del Maggio alla Poldi libri entro il 15 ottobre 2011. Puoi inoltre (můžeš, ale nemusíš) allegare i criteri e intenti di traduzione (massimo 1500 caratteri) o eventualmente corredare i versi con note esplicative che ne giustifichino o chiariscano le singole scelte.

La redazione Poldi libri sceglierà a propria discrezione (forse arbitraria ma comunque insindacabile) la traduzione più convincente premiandola con ciò che le è più caro (i propri libri) e pubblicandola su questo sito il 6 novembre 2011. Tra le traduzioni inviateci verranno altresì pubblicate sempre sul sito quelle che  per singoli aspetti o soluzioni particolarmente riuscite abbiano colpito favorevolmente la nostra attenzione.


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Tra le versioni pervenuteci abbiamo scelto la traduzione di Alessandra Bonsignori. Le nos-tre motivazioni sono presto dette: l’esito testuale ci sembra maggiormente dimostrare coerenza e omogeneità lessicali e stilistiche seppur privi-legiando l’aspetto semantico rispetto a quello formale. Scelta comunque consapevole e ben motivata nei criteri di traduzione che qui ripor-tiamo. A lei quindi i nostri sentiti complimenti e l’intero catalogo di libri da noi pubblicati in premio!

Era tarda sera – primo maggio,
un maggio serale – tempo d’amore …
E all’amore invitava la colomba
Là, dove  olezzava la pineta.
D’amore sussurrava il tacito  muschio,
d’amore  l’albero in fiore mentiva, ahimè,
d’amore cantava alla rosa l’usignolo,
mentre  la rosa sprigionava il suo profumato sospiro.
Il lago vellutato tra cespugli ombrosi
risuonava tetramente per un segreto dolore
e d’intorno la riva lo avviluppava;
soli chiari di mondi altri
vagano nell’azzurro,
ardenti come lacrime d’amore.
E i loro mondi, splendenti nel cielo,
che nel tempio dell’eterno amore si elevano,
fino a che – della propria venustà brucianti
tramutati in luccichii sfavillanti –
errando si incontrano, come due amanti.
Il bel volto del plenilunio –
sì pallidamente nitido e nitidamente impallidito,
come lo spasimante che cerca l’amata –
splendente di rosa si arse,
e vedendosi riflesso nelle acque
d’amore si logorava per se stesso.
Poco più in là rifulgeva la pallida ombra dei cortili
che si fecero sempre più vicini,
come  se in un abbraccio sempre più stretto
si torcessero nel grembo del tramonto
fino a che l’ombra non li renda una cosa sola
e  si confondano con loro gli alberi.
E ancor oltre si sfuma l’ombra delle montagne,
là, dove si tende la betulla al pino e il pino alla betulla.
Le onde una dopo l’altra
si susseguono nel ruscello. Avvampa piena d’amore
nel tempo d’amore ogni creatura
.

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Criteri di traduzione
La traduzione da me presentata per il concorso Il gioco di Mácha ha come obiettivo quello di rendere il testo ceco in un italiano scorrevole, caratterizzato da una nota evocativa che renda percepibile l’atmosfera crepuscolare sospesa ben percepibile nel testo originale. Non ho utiliz-zato una scansione metrica per i versi, prefe-rendo il verso libero, in modo da mantenere una attinenza semantica e grammaticale con il testo originale.
Ho ritenuto inoltre opportuno mantenere la rima baciata solo in poche occasioni per evitare l’ef-fetto cantilenante che un lettore italiano avverte se questa rima viene usata costantemente, mentre questo non avviene nel poema ceco, contraddistinto da tutt’altra musicalità. Laddove usata risponde all’intento di accelerare in parte il ritmo del testo.

Alessandra Bonsignori

Vogliamo in ogni caso ringraziare gli autori di altre due traduzioni inviateci, segnalandone alcune soluzioni  che ci sono sembrate particolarmente riuscite e premiandoli con l’ultima pubblicazione della Poldi libri:

Davide Bertollo (vv. 15-19):
Ed i loro mondi, nel ciel brillante,
salivan nel tempio dove nasce l’amor
finchè in lor l’ardente desiderio
si trasforma in scintille che solo come
erranti amanti quando s’incontran tace.

Michaela Šeboková (vv. 9-10):
Il lago quieto tra le ombre di arbusti
di angoscia nascosta cupo risuonava


Infine ringraziamo il prof. Sergio Corduas, il quale non ha bensì partecipato al concorso, ma ha gentilmente inviato due proposte di traduzione dei primi otto versi, gesto che si aggiunge ai suoi tanti spesi per appoggiare la nostra iniziativa. Crediamo di fare cosa gradita al nostro pubblico proponendoglieli come esempio di work in progress del buon tradurre (e invitando implicitamente lo stesso prof. a regalarci presto i restanti 28 versi!):

Non in rima, 8 vv come l’originale, Lo Gatto ne fa 9 di 8 (per la rima), 5 vv su 8 hanno accento su sillaba 7 (che è cosa molto importante!)

Era piena sera – era primo maggio –
Maggio serale – era tempo di amore.
L’amore chiamava a voce di tortora
nel bosco odoroso, e sente di faggio.
Di amore mormorava il mite musco;
pianta in fiore mente strazio d’amore,
canta amore alla rosa un usignolo,
la rosa ne/lo rende, odora in sospiro.

endecas 3 5 8 10
endecas 1 4 7 10
endecas 2 5 7 10
endecas 2 5 7 10
endecas 2 6 8 10 Mormorava di amore 3 6 8
endecas 1 3 7 10 ah l’albero!
endecas 1 3 6 10
endecas 2 5 7 10

Profonda sera – è primo di maggio –
Maggio serale – è tempo di amore.
L’amore chiama in voce di tortora
dove il bosco dà l’odore del faggio.
Il mite musco mormora d’amore
- strazi d’amore mentiti da un fiore –
canta amore alla rosa un usignolo,
la rosa espira e ne rende l’odore.

2 4 6/7
1 4 6/7
(L’)Amore chiama con (a) voce di tortora 2 4 6
3 7
2 4 6
qui manca l’albero. La PIANTA ; e togliere “un” 1 4 7
1 4 6
la rosa l’aspira e lo rende odore. 2 4 7
la rosa aspira e lo rende in odore. (QUESTO) 2 4 7